Gli archivi di moda

Con il presente numero di AES Arts+Economics, realizzato in collaborazione con la società di servizi per l’arte Open Care, lo Studio Lombard DCA prosegue l’indagine sugli archivi avviata all’inizio di quest’anno con la ricerca sugli archivi dei grandi maestri del design italiano del Novecento (AES #14), dedicandosi questa volta agli archivi della moda.

Il presupposto dell’analisi è che gli abiti non siano un semplice bene di consumo, bensì una forma di espressione artistica e culturale e, quindi, un bene da con- servare e valorizzare. Soprattutto in Italia, dove la moda rappresenta un valore riconosciuto a livello internazionale, è fondamentale che ci siano le competenze e i mezzi per il sostentamento degli archivi nel tempo. A questo scopo abbiamo affrontato il discorso della valutazione di un archivio di moda con gli esperti di Open Care e le questioni di tutela dei contenuti e della proprietà intellettuale grazie alla consulenza dei legali dello studio Trevisan & Cuonzo. Ma, soprattutto, abbiamo raccolto le esperienze e le testimonianze di vari archivi e fondazioni di alcuni grandi protagonisti della moda italiana, tra cui le Sorelle Fontana, Roberto Capucci, Germana Marucelli e Missoni.
Il ruolo dello Studio Lombard DCA in questo contesto riguarda l’accompagna- mento nelle varie fasi della gestione degli archivi, dalla costituzione alla trasmis- sione intergenerazionale, affinché venga scelta la forma giuridica più adeguata alle esigenze e sia garantita la sostenibilità economica sul lungo termine.

Come di consueto, il tema della rivista ha ispirato anche una mostra all’interno degli spazi dello Studio Lombard DCA, dedicata ad un protagonista del mondo della moda, Flavio Lucchini, noto per aver portato in Italia nel 1965 l’iconica ri- vista Vogue e per aver fondato, negli anni ’80, Superstudio, da sempre epicentro del Fuorisalone, in zona Tortona a Milano. Dagli anni ’90, Lucchini si è dedicato alla Fashion Art, creando dipinti e sculture ispirati alla moda, che rendono eterne le linee e le forme degli abiti.

Silvia Anna Barrilà

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