di Erin Doom

Come si inizia

La mia esperienza è iniziata su Wattpad, piattaforma di condivisione di lettura e di scrittura online in cui, diciamo, qualsiasi utente si può iscrivere per poter pubblicare storie e leggere storie in forma gratuita.

Mi sono iscritta lì anni e anni fa, ho iniziato a condividere la mia storia e le persone su questa piattaforma leggono il libro a puntate, ogni puntata è un capitolo, e possono commentare, possono votare il capitolo, possono farti avere un feedback, che è sicuramente stata la parte più importante di quell'esperienza lì, perché avere una reazione anche comunque del lettore è stato, sì perché non succede mai che un autore in corso di stesura a già le reazioni dei lettori.

Non modificavo  il testo a secondo delle reazioni però chiaramente ti fa crescere tanto perché comunque impari a capire che tipo di impatto ha quello che scrivi su determinate persone, le emozioni che suscita e magari possono essere due punti deboli, due punti forti, come sicuramente è stato un'ottima palestra.
Io sono rimasta lì due o tre anni, poi sono stata pubblicata da un grande editore, perché a quel punto comunque avevo già la mia community di lettori fidati, se così vogliamo chiamarla, e a quel punto sono stata notata da Salani e Salani mi ha pubblicato.

Il vero punto di svolta è arrivato dopo perché il libro è stato pubblicato a maggio 2021 ed è esploso sui social a gennaio 2022, più o meno. I social sono stati un veicolo molto molto importante.

All'epoca gli editori non facevano scouting su Amazon e su Wattpad, non sapevano neanche che cosa fosse, non c'era la consapevolezza di che cosa fosse effettivamente.

Editoria e community

Io ho ricevuto una proposta anche da Mondadori qualche tempo fa, che mi ha spiegato che allo stato attuale dell’editoria esiste un prima e dopo Doom, perché è stato un po' un passaggio per cui l'editoria si è resa conto che anche all'interno comunque di un ambito con un target giovane come il nostro, determinate storie avevano un potenziale immenso in grado di scalare classifiche, in grado di affermarsi a livello editoriale molto forte, in grado di riempire stanze intere e a fare andare le prenotazioni sold out, quindi c'era effettivamente un potenziale.
Da quel momento in poi le case editrici hanno cominciato a fare uno scouting selvaggio, sono state prese un sacco di persone, un sacco di autrici pubblicate e allo stato attuale sono siamo veramente tanti. Quello che io sto riscontrando è che il romance è l'unica categoria che è veramente in crescita. Anche al Salone del Libro hanno testato questa cosa però, secondo me, stiamo raggiungendo una sorta di saturazione perché le storie sono tantissime, il prezzo della carta è in aumento, perché ovviamente sappiamo che c’è sempre il prezzo di copertina che è molto alto, e io non so questa situazione, quanto potrà continuare ad andare avanti così.

Allo stato attuale l'editoria è cambiata molto perché il potere delle community e dei social ha influenzato molto quelle che sono state le scelte di mercato. Noi non siamo delle influencer, non è come pubblicare il libro di un influencer, però se un editore vede che l'autrice è particolarmente seguita e va molto forte, quando esce il libro si classifica primo tra i libri più venduti della settimana,
questo cambia molto di quello che era l'editoria tradizionale. Ormai non si passa più nella consegna del manoscritto alla casa editrice come funzionava prima che tu gli rimandavi per e-mail. Il manoscritto non lo fa nessuno, non ti rispondono nemmeno. Sai quante ragazzine che dicono “ehi, ho scritto un altro libro” e l'editore dice “ciao”!

La qualità degli scritti è sempre importante, dipende dalle realtà editoriali, e comunque più che il numero di follower c'è un occhio di riguardo quando vedono che una storia è comunque molto seguita: mentre prima sognavi il contratto di pubblicazione adesso arriva quasi diciamo standard.
Un autore non ha bisogno del supporto social per poter performare, ci sono però alcuni settori come il nostro dove effettivamente non puoi prescindere dall'uso di internet.

Ho incontrato nella mia palestra uno scrittore che ha pubblicato un libro da poco e non si diceva contento perché lui non era conosciuto, non aveva alcun tipo di canale social e si lamentava un po' del trattamento che l’editore aveva avuto nei suoi confronti. Una millennial come avrebbe detto in un primo momento “ma tu cosa stai facendo per promuoverti?” però poi in realtà è l’idea di un meccanismo inverso: la promozione non dovrebbe farla l'autore? Si è un po' invertito l'ordine delle cose e se guardi comunque le classifiche, c'è una grande preponderanza del genere, del mio genere e poi ci sono ovviamente presenze anche del resto,

L’editoria sopravviverà?

Ho notato a livello di generazioni giovani e non solo che le persone che leggono in digitale sono pochissime e comunque viene riconosciuto il valore della carta. Anni fa si diceva che il libro fosse destinato a morire per l'avvento in punto delle tecnologie e lo avrebbe bocciato. Invece non è vero, sopravvive, e sopravvive con una dignità forte. Vedo proprio che c'è una sorta di amore verso la libreria, come luogo di comfort, come luogo di casa, e secondo me questa è una cosa molto bella, una cosa anche molto potente, perché non era assolutamente scontata. Quindi per me l'editoriale è destinata a sopravvivere assolutamente sì.

Chiaramente però ogni periodo è diverso da quello precedente, c'è sicuramente un cambiamento appunto con l'innalzamento del prezzo della carta, i libri costeranno sempre di più, la lettura sarà sempre di più un lusso più che un intrattenimento vero e proprio.

Lo vedo anche nei miei lettori, loro sono giovani, e quando sei molto giovane i 20 euro sono tutto quello che hai e loro devono già, alla loro età, fare delle scelte e dire ok prendo questo piuttosto che quello; quindi, secondo me quello che potrebbe essere se le cose continuano così è che la lettura diventi un lusso leggere se così vogliamo dire.

C'è il Wattpad, possiamo leggere gratuitamente, però non leggi Stephen King ma la storia di Concetta o Matilde che abita a Milano. Non leggi l'autore, il grande autore. Leggi le ragazze, le persone normali che si iscrivono e magari vogliono leggere e vogliono pubblicare solo per condividere il proprio libro.
Io vedo anche che molte persone che hanno smesso addirittura adesso di leggere su Wattpad e aspettano direttamente il cartaceo, come se appunto Wattpad fosse diventato solo effettivamente un mezzo per poi arrivare al cartaceo.
In pochissimi anni cambiato tutto, nel giro di due o tre anni tutto. Adesso, addirittura, arriviamo al cinema. Anche delle mie colleghe stanno già firmando contratti cinematografici. Quindi uscirà direttamente al cinema e sulle piattaforme. E quindi persino le case cinematografiche stanno arrivando a quello che ha cominciato a fare l’editoria.

Ricambio di autori

Secondo me c’è un ricambio abbastanza forte. Io ho a che fare un pubblico molto giovane, quindi era tutta una questione di moda. Però ci sono degli autori, tipo mi viene in mente Sveva Casati Modigliani, che scrive alla sua età ancora e ogni volta che il pubblico pubblica va in classifica almeno al terzo posto, quindi dipende, secondo me, dipende dalle generazioni.
Le generazioni, dal millennial in su, quindi boomer, baby boomer, sono fidelizzati all'autore e lo accompagnano per la carriera. Invece i ragazzi, la generazione Z, ci vedono un po' come degli influencer; quindi, se tu sei attivo ti seguono. Loro sono attivi. sono più volubili, cambiano in fretta idea, quindi secondo me anche lì dipende un po' da altre generazioni più che altro. Però appunto il futuro è questo.

Non si può più prescindere dalla tecnologia anche se a livello creativo stare insieme sui social non aiuta perché sono un'arma a doppio taglio; quindi, la presenza sui social è tosta da mantenere, devi sempre essere prudente. Mi sono presa cinque giorni perché mi sono ammalata e non avevo voglia nemmeno di parlare con nessuno e ho perso un botto di follower. Io sono un'autrice, non sono una creator e invece c'è questa commissione di ruoli; quindi, per ridire ti dico un po' dipenderà soprattutto quale sarà l'avvento appunto delle nuove forme di comunicazione mentre gli autori che sono stati in grado di formarsi prima diciamo dell’avvento dei social non hanno bisogno di questo, il loro pubblico non ha bisogno di questo.

Intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale è un po' di casino al momento. All’inizio l'avevo vista usata soprattutto dal punto di vista delle grafiche, cioè nell'ambito del design ed è stato un po' un casino, perché autori, cioè grandi case editrici hanno cominciato a pubblicare delle copertine fatte con l'intelligenza artificiale, e sono successi dei gran casini.

Nell'ambito della scrittura io so che ci sono delle persone che la usano, che si fanno aiutare, diciamo. Io ho fatto una prova, per curiosità, e secondo me, almeno allo stato attuale delle cose, ci sono testi senza un minimo di anima. Secondo me si vede la differenza. Fa ridere perché chatGPT è l'emblema del politically correct per eccellenza. Quindi quando tu gli dici, arrabbiati, lui non è arrabbiato, lui non riesce e quindi, anche se tu dovessi scrivere un dialogo, non sarebbe autentico. L'umanità sta nelle reazioni, nelle emozioni, nel saper convogliare.
E fa ridere perché noi volevamo l'intelligenza artificiale affinché ci facesse il bucato mentre noi dipingevamo un quadro. Mentre in realtà lui dipinge e noi facciamo il bucato. Abbiamo sbagliato qualcosa. C'è qualcosa che non va.

Nuovi pubblici

Il pubblico di Wattpad, delle piattaforme, non rimarrà comunque per sempre, non resteranno in molti. Molti aspettano la pubblicazione cartacea, quindi non leggono neanche più. Secondo me è proprio una fascia quando sei molto giovane, che ha ovviamente magari poca disponibilità economica, viene molto più facile. Ce l'hai nel telefonino, ce l'hai portata in mano, ma credo che sia proprio una fase. Wattpad è una piattaforma di intrattenimento, difficilmente trovi delle storie. Quando cresci, quando cominci a diventare adulto, quel genere di lettura lì non è più gratificante per te, quindi vai verso altri generi, vai verso un altro magari anche spessore, anche stando nello stesso ambito.

Io sto modificando la mia scrittura, perché sto crescendo, non sono più la stessa persona. Normale. E quindi si cambia, si matura, si evolve e quindi…

Il mio target va dai 12 ai 18 anni. Mi dicono anche “Matti, scusa non uso questo profilo ma la mamma non lo sa”. Perché non lo sa? Una ragazza mi disse una volta “Matti oggi non sono andata a scuola per andare a comprare il tuo nuovo libro. No! No! No! “Ma ci vai dopo?” Cioè, quindi, sono piccole, sono piccole. Il mio target si è alzato un po', non mi vedo a 40 anni a scrivere una storia per gli adolescenti.

Nelle mie lettrici sono molto piccole e tu devi un attimo adattarti a loro. Sono piccole ma vogliono leggere cose da grandi, quindi si creano un po' di situazioni dove vogliono leggere delle scene un po’ così e io non sono quel tipo di autrice ma ce ne sono molte. E loro vogliono leggere a 12 anni delle cose da me che a 12 anni leggevo Topolino.

C'è proprio secondo me un'età di evasione, di trasgressione, capito? Perché poi dopo a vent'anni vanno a leggere romanzi. Loro cambiano in fretta, quindi in giro di pochissimi anni è cambiato tutto.

Regolarità

Io in questo momento con la scrittura adesso non ci vado molto d'accordo. Dovrei scrivere molto più regolarmente ma mi sento un po' persa ultimamente con tutto quello che c'è in questo mondo, diciamo. Non mi sento più come prima perché appunto sono cambiate tante cose. Io ovviamente partecipo, sono ospite, sono un sacco di cose però dal punto di vista della creatività ho un momento di difficoltà, però adesso devo consegnare entro il fine giugno un piccolo progettino.

È un mondo molto veloce, poi è il mondo dei social, veloce, rapido, breve, facile e subito. L’editore ci sta molto addosso, tantissimo. Dovrebbe uscire un libro all'anno, però i nostri che sono 600 pagine... E soprattutto i lettori vogliono tutto subito, quindi è quasi sempre una gara, non si capisce per arrivare dove; io mi sento l'unica di quel mondo lì che si sta un attimo dicendo “scusate ho più di 30 anni, c'è e c'è un mondo là fuori, ci sono tante cose”.
Mentre una volta c'erano pochi tempi, adesso tutto un dare un po' in pasto a una macchina. Ma c'è proprio un tempo di recupero e la creatività non la puoi controllare purtroppo, è una bestia nera, perché è bellissima però allo stesso tempo quando non c'è, non c'è. Quindi sì, è difficile.

Presenza

Domani devo andare a Napoli, ormai avevo detto mesi fa e quindi devo andare, e poi invece la settimana scorsa ero a Bologna, ho fatto un panel sui giovani e la cultura digitale con Massimo Temporelli che parlava dell'impatto dei social sulle giovani generazioni e io ero appunto rappresentante dell’abito editoriale, ho portato la mia esperienza e è stato molto interessante.

Sono curatrice di una sezione del Salone del Libro di Torino; quindi, abbiamo avuto dal 15 al 19 di salone, ci si prepara tutto l'anno per il salone, è andato benissimo, però io ho presentato delle autrici; quindi, ho dovuto parlare da parte della gente, presentare, organizzare le presentazioni.

Mi sento più sicura in pubblico, adesso, va molto meglio. Io ho iniziato su una piattaforma con un nickname, mi ero iscritta lì perché nessuno sapeva che scrivessi, neanche la mia famiglia e quindi poi dopo in realtà, quando è arrivato l'editore, io ho mantenuto quella coerenza che mi aveva spinto all'inizio a trattarla come un passatempo. Il problema è che poi si è preso tanto spazio, a un certo punto non potevo più nasconderla e ridurla, era un mero passatempo poi non più.

Quindi quando poi è stato pubblicato io volevo comunque una separazione, cioè Erin Doom e io. Poi sai, facevo giurisprudenza, e mi sentivo incanalata in un mondo dove quello scrivere era una cosa sciocca. Invece poi è esploso il fenomeno sui giornali. Il libro ha cominciato a essere in classifica al primo posto per mesi e i giornali dicevano, della misteriosa Erin Dunn, perché nessuno sapeva che fosse questo esordiente che aveva il libro. E cominciavano a dire, ah, è tutto un complotto. Ah, è un gruppo di scrittori. E tutti dicevano, vabbè, adesso si rivelerà, e io “no”. Perché mi faceva paura. Io l'avevo fatto solo perché volevo scrivere, non perché volessi diventare scrittrice, non pensavo neanche che un mio libro sarebbe mai stato nelle mani di qualcuno. Sì, era una cosa che mi piaceva, solo scrivere, era proprio una passione. Ed è quella che mi manca un po' adesso ed è quello che motivo per cui mi sento un po' disorientata.

Nome

Volevo uno pseudonimo che fosse breve, conciso, facile da ricordare, perché io ho un pubblico molto giovane, quindi volevo che fosse un nome semplice, e quindi mi ero scelta in base a quello che mi piaceva, Erin, un nome irlandese, che credo che sia nel loro folclore comunque collegato alla natura, alla libertà, ai spazi aperti, cose che a me piacciono molto e invece Doom significa destino e condanna in inglese quindi ha un po' questa dicotomia noi ho sempre pensato a seconda di come noi ci viviamo o guardiamo una cosa vediamo possiamo sia vivercela in modo positivo che in modo negativo e quindi ho detto da boh andata via.

Booktok

Booktok ormai domina Il mio editore non è d'accordo, quando gli dico così, litighiamo molto spesso. Secondo me sposta, lui dice che non sposta una copia. In realtà essere popolari sul Booktok in un certo senso condiziona un po' i dati di vendita. Essere molto presenti lì, crearsi un nome, farsi vedere, ha una conseguenza a livello di vendita.

TikTok è una piattaforma di pubblicità e di promozione assurda. Tutte le altre non sono al pari di TikTok. Ti spinge veramente tanto. Io uso Instagram, perché l'ho sempre usato, è sempre stato il mio canale di comunicazione maggiore e uso anche un po' TikTok, che però invece se venisse usato tutti i giorni, seguendo i thread, stando a contatto proprio con i ragazzini sarebbe importante, solo che ci sono cose che fanno per noi e cose che non fanno per noi e quello che non fa per me. In realtà ci sono persone donne di 38 anni, che sono attrici, molto cicliche loro stanno tantissimo, hanno una presenza di vendita molto alta proprio perché ci sono cose che se tu ce la fai la tendenza va.

Il formato è il video, o la foto, ma il video soprattutto, cioè fare un video, ma io ci metto sei ore. 

Una cosa che mi preoccupa è più il fatto di tutto questo mondo social, che io non gli sto dietro e mi rendo conto che sono una di quelle che si estingue, cioè si isola. Io non riesco, io vorrei solo scrivere, solo scrivere mentre, come ti dicevo prima, tutto subito, tutto subito. Non c'è mai un momento per fermarsi un attimo.

Se sei semplice, non entri e sei sempre sul pezzo, non sei performante, stai fallendo. E il fallimento, nel mondo di oggi, non è contemplato


Erin Doom è lo pseudonimo di una giovane scrittrice italiana diventata un fenomeno editoriale in pochissimo tempo. Il suo esordio, Fabbricante di lacrime, è stato per mesi in cima alle classifiche italiane, diventando il romanzo più venduto del 2022. Pur mantenendo a lungo l’anonimato, la forza delle sue parole ha raggiunto milioni di lettori, soprattutto nella Generazione Z.