Scelte culturali in movimento
di Beatrice Carrara
L’estate è la stagione dei viaggi e degli spostamenti: vacanze, festival, visite ad amici e affetti lontani. Anche nei mesi più leggeri, però, compiamo ogni giorno scelte che all’apparenza sembrano irrilevanti – auto o bici, volo o nave – ma che, in un mondo interconnesso, si sommano e contribuiscono a modellare il futuro. La sostenibilità non nasce solo da grandi innovazioni, ma anche da piccoli gesti quotidiani.
Imprese e mobilità: una questione di tempo e pazienza
Anche nel contesto professionale, alcune domande possono essere utili: “Questo spostamento è indispensabile?” Alcuni incontri possono essere virtuali, una conferenza può essere seguita online, un workshop registrato e fruito in modo asincrono. E quando muoversi è necessario, è utile chiedersi se esistano alternative più sostenibili: il treno, per esempio, può trasformarsi in un ufficio temporaneo su rotaia.
Molte organizzazioni – pubbliche, private e culturali – dichiarano il proprio impegno verso la sostenibilità. Un impegno che può riflettersi anche nelle scelte legate alla mobilità quotidiana di tutti gli stakeholder, dai dipendenti fino ai datori di lavoro. Ogni spostamento dipende da fattori specifici: disponibilità di mezzi, qualità delle connessioni, distanze, costi, tempo a disposizione.
Certo, non tutto è sostituibile e non tutti gli impegni possono essere rimandati. Alcune relazioni, reti e occasioni richiedono la presenza fisica. Ma proprio in questi casi emerge un nodo etico: se il viaggio serve a sensibilizzare sul clima o a generare valore sociale per la mia professione, ha senso farlo con mezzi inquinanti perché la tratta è così lunga che non ho alternative sostenibili? Il contributo professionale di una persona ad un evento è sempre prezioso, ma non dobbiamo esagerare!
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda il fatto che, anche quando ci sono tutti i mezzi pubblici a disposizione, in una città o in un territorio, spesso non li si utilizza. Eppure, spostarsi in treno o con i mezzi pubblici può essere anche un’opportunità: si legge, si lavora, si ascoltano podcast o musica. Basta cambiare prospettiva.
Un dato ormai noto è che più sei ricco, più impatti. Forse, allora, serve anche una nuova forma di umiltà: non solo verso il pianeta, ma anche verso il nostro stile di vita. Se non sempre, almeno alcune volte: ognuno fa quel che può nel suo piccolo. L’importante è scegliere per cosa si vuole contribuire!
Le imprese possono fare alcune cose:
- Preferire le trasferte in treno, quando il percorso lo consente.
- Ottimizzare gli spostamenti, combinando in un unico viaggio più appuntamenti o mete.
- Incentivare il lavoro da remoto o in modalità ibrida.
- Introdurre politiche interne che valorizzino e premino comportamenti virtuosi.
È un percorso che richiede tempo e pazienza, ma che può rafforzare la reputazione e la credibilità dell’organizzazione, se comunicato con trasparenza.
Occorre andare oltre la fretta del lavoro e la fatica che può derivare dalla scelta di mezzi più sostenibili, cambiando prospettiva e valutando vantaggi e svantaggi in un’ottica di coerenza. Tra i vantaggi: queste scelte, se comunicate in modo efficace agli stakeholder, possono contribuire a rafforzare la reputazione e la credibilità dell’organizzazione.

Il settore culturale: quando è il pubblico a muoversi
Il mondo della cultura si è spesso definito sostenibile grazie ad azioni interne di sensibilizzazione rivolte al pubblico e ai propri lavoratori. Ma cosa accade fuori dalle mura di musei, teatri e festival? Il pubblico si sposta per raggiungere questi luoghi. E se si osservano i dati sulle emissioni, gli spostamenti verso eventi culturali – concerti, mostre, fiere, festival – rappresentano una delle componenti più rilevanti dell’impronta ambientale complessiva.
Secondo Julie’s Bicycle, in un grande festival musicale o artistico i trasporti possono generare tra il 60% e l’80% delle emissioni totali dell’evento. Anche per musei e teatri, le emissioni legate agli spostamenti degli utenti (Scope 3) spesso superano quelle derivanti da energia, materiali o alimentazione, attestandosi intorno al 20%.
Non dobbiamo essere ossessionati dalla carbon footprint: ci sono molte altre azioni che si possono intraprendere per ridurla. Anche qui, sarebbe importante chiedersi per cosa si vuole aiutare il pianeta, in base alle proprie disponibilità.
Alcune buone pratiche possibili, in tema di mobilità sostenibile del pubblico, possono essere:
- Collaborare con le reti di trasporto locale per creare biglietti integrati (evento + mobilità).
- Dialogare con i rappresentanti politici del territorio di riferimento.
- Creare momenti di incontro e dibattito con le altre istituzioni culturali del territorio per individuare soluzioni sostenibili su larga scala, che favoriscano tutti i luoghi della cultura.
- Collaborare con ricercatori del settore per monitorare gli spostamenti del pubblico e agire di conseguenza.
- Offrire sconti o benefit a chi utilizza mezzi sostenibili (bici, treno, carpooling).
- Prediligere artisti e progetti locali o regionali, quando possibile, e più in generale ripensare la programmazione in una logica territoriale.
- Proporre contenuti digitali o ibridi, per chi non può o non desidera spostarsi.
- Nei casi in cui l’evento si svolga in luoghi distanti dal centro cittadino, invitare a non utilizzare l’auto e a preferire i mezzi pubblici, mettendo a disposizione servizi come navette da zone strategiche (es. stazioni).
Dunque, il punto non è fermare gli spostamenti, ma attribuire loro un nuovo significato: rendere evidente l’influenza che le istituzioni culturali possono esercitare su queste scelte. Le realtà culturali, infatti, hanno una capacità di intervento maggiore rispetto ai singoli fruitori. Per questo, oltre a sensibilizzare, devono collaborare e dialogare a livello politico e territoriale, affinché le persone non si sentano in difficoltà nel compiere viaggi più sostenibili, più lunghi, faticosi o costosi.
Insomma, serve immaginazione. Ripensare i modi in cui agiamo nel mondo, sempre più vulnerabile – anche se non sempre ce ne accorgiamo.
