Ponti di cultura: le relazioni che creano innovazione al XXI LUBEC
Siamo lieti di annunciare la nostra rinnovata partecipazione alla XXI edizione di Lucca Beni Culturali – Cantieri Cultura.
Quest’anno il tema, “Ponti di cultura”, mette al centro la volontà di unire ciò che è distante per instaurare dialoghi e collaborazioni orientati all’innovazione e alla sostenibilità.
La cultura, dunque, come ponte, ma anche come strumento capace di creare legami e connessioni tra diversi ambiti: dalla transizione digitale, tecnologica e verde, al welfare culturale, alla rigenerazione urbana e rurale, fino all’innovazione sociale e all’imprenditorialità creativa. Al centro di questa metafora rimane il riferimento al rapporto tra pubblico e privato, fondamentale per costruire processi virtuosi e duraturi.
Il nostro intervento, a cura di Franco Broccardi, si terrà giovedì 9 ottobre, nell’ambito del convegno dedicato alla valorizzazione di ville, parchi e giardini. Un tema sempre più rilevante grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha riportato al centro dell’agenda pubblica il valore dei parchi e giardini storici, troppo a lungo confinato a iniziative isolate o a un dibattito ristretto. Inseriti nella Missione 1, Componente 3 “Turismo e Cultura”, i parchi e giardini storici sono ora oggetto di un investimento specifico – il programma 2.3 “Valorizzare l’identità dei luoghi” – che riconosce il loro ruolo strategico nei processi di rigenerazione e sviluppo.

Dal Piano emerge una nuova consapevolezza: questi luoghi rappresentano “hub di bellezza pubblica”, “spazi identitari per le comunità urbane” e “motori di rigenerazione”. Riflettono la visione dei beni culturali come risorse territoriali capaci di generare benessere, inclusione e crescita economica. La loro componente naturale, infatti, rafforza questa prospettiva: i giardini storici offrono importanti servizi ecosistemici – tutela della biodiversità, riduzione dell’inquinamento, regolazione del microclima – e si inseriscono pienamente nella linea del PNRR dedicata alla salvaguardia ambientale, contribuendo al tempo stesso allo sviluppo socioeconomico del settore culturale.
Ma la domanda che ci poniamo, e che proveremo a chiarire durante il nostro intervento, è: quali modelli organizzativi e gestionali sono più efficaci per la cura di questi luoghi? Come garantire, cioè, il rispetto dell’identità storica di un giardino, mantenendolo però aperto agli obiettivi di valorizzazione e fruizione?
La gestione di questi beni paesaggistici, definiti non a caso “monumenti viventi”, richiede pratiche virtuose e sostenibili, capaci di tutelare l’essenza storica del giardino, assicurando al tempo stesso che le azioni di valorizzazione siano compatibili con la sua natura ecologica e culturale.
È importante, inoltre, riflettere su come dare spazio e riconoscimento alle professionalità private e del terzo settore che possono affiancare il settore pubblico nella gestione, diretta o indiretta, di questi luoghi storici. A beneficiarne non è solo il modello di governance o i finanziamenti, ma anche il capitale umano e professionale: lo scambio di conoscenze ed esperienze genera relazioni che superano il mero obiettivo operativo, contribuendo a uno sviluppo più ampio, fondato su valori ambientali, sociali ed economici.
Perché, come si dice, “insieme si fa la forza”, e mai come oggi questo principio ha valore nell’ambito culturale.
