Museo della Guerra di Rovereto: il primo Bilancio Sociale 2024 realizzato con Studio Lombard DCA
Il Museo della Guerra di Rovereto, una città simbolo della pace, non celebra i conflitti, ma li indaga per costruire coscienza critica. La sua missione è promuovere nei suoi visitatori, prevalentemente scuole e famiglie, una cultura di rispetto e tolleranza. Un impegno ancora più cruciale oggi, in un’epoca in cui i conflitti globali riportano in primo piano l’urgenza della memoria.
Per misurare e potenziare il proprio impatto sociale, oltre che ambientale ed economico, il museo ha scelto di redigere il suo primo Bilancio Sociale, affidandosi allo Studio Lombard DCA, già attivo sul territorio.
Lo Studio Lombard DCA ha dialogato con il provveditore e il personale del museo per analizzare i dati raccolti dai vari dipartimenti e tradurli da dati quantitativi in dati qualitativi. Trattandosi del primo bilancio sociale del museo, questa prima fase si è concentrata sulla creazione di una base solida di analisi per monitorare e stabilire il perimetro di azione per il futuro.

Un museo che vive di relazioni
Il bilancio sociale rappresenta per un museo non solo uno strumento di miglioramento del funzionamento del suo operato a livello sociale, ma anche uno strumento di posizionamento e di comunicazione del suo specifico culturale.
Nel caso del Museo della Guerra di Rovereto è emerso quanto questo sia radicato in un tessuto di relazioni umane, istituzionali e di mecenatismo. Il volontariato rappresenta un contributo fondamentale al funzionamento del museo. Nel corso del 2024, ad esempio, i soci e gli amministratori hanno dedicato oltre 980 ore complessive al museo.
Nello stesso esercizio il museo ha organizzato 120 eventi, accogliendo oltre cinquantamila visitatori, in crescita rispetto all’anno precedente, per una media di 160 al giorno.




Uno sguardo più ampio sul Novecento
Il museo, inoltre, si è impegnato ad ampliare la sua collezione permanente per abbracciare un orizzonte temporale e geografico più ampio. Il nuovo allestimento tiene conto di questa rinnovata memoria storica.
La crescita del raggio di azione porta con sé la necessità di definire priorità ed obiettivi d’azione. La sfida sarà quella di diventare interlocutore di rilievo per tutti i conflitti del Novecento, acquisendo competenze interne, tessendo relazioni, impattando sulla comunità di riferimento e anche ricercando la sostenibilità attraverso gli indicatori culturali Unesco 2030.
