Il tempo delle Imprese Culturali è arrivato
Studio Lombard DCA
Le imprese culturali e creative (ICC) rappresentano un insieme eterogeneo di attività che intrecciano arte, cultura e innovazione, capaci di generare valore economico e sociale. Queste attività spaziano dall’artigianato artistico al design, dall’audiovisivo all’editoria, fino alla musica, al teatro e alle arti visive, accomunate dall’essere espressione di creatività e patrimonio culturale.
Dopo anni di attesa e battaglie culturali e professionali, finalmente il riconoscimento delle imprese culturali e creative come vere e proprie imprese è arrivato. Questo è il momento del cambiamento, un punto di svolta che segna la nascita di un nuovo paradigma nel panorama economico e sociale italiano: le attività culturali e creative, da sempre motore di identità, innovazione e valore, entrano ufficialmente nel Registro delle imprese, con una sezione speciale dedicata, al pari di altri settori professionali. Con il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 7 agosto 2025 e i successivi decreti attuativi, le ICC trovano finalmente una cornice normativa chiara, strutturata e riconosciuta a livello nazionale e internazionale.
Le ICC non sono più semplicemente attività artistiche o culturali, ma rappresentano un vero e proprio ecosistema economico e sociale: dall’architettura al design, dall’artigianato alla musica, dal teatro alla letteratura, dall’audiovisivo alla gestione del patrimonio culturale. Tutte queste espressioni creative contribuiscono non solo alla crescita economica, ma anche alla definizione dell’identità culturale del Paese. La nuova normativa stabilisce requisiti chiari per il riconoscimento e l’iscrizione all’albo delle ICC di interesse nazionale, includendo soggetti privati, enti del Terzo settore, start-up innovative e lavoratori autonomi, senza imporre limitazioni alla forma giuridica. L’obiettivo non è solo valorizzare il patrimonio culturale e creativo italiano del passato, ma fare in modo che diventi un vero e proprio volano per il futuro: un futuro in cui il settore culturale e creativo rafforza la sua capacità di tracciare la strada per uno sviluppo sostenibile.
Questo riconoscimento non è solo formale: consente l’accesso a strumenti di supporto, promuove le attività a livello nazionale e internazionale e crea una rete stabile di dialogo e collaborazione. È il tempo in cui creatività, arte e cultura non sono più “solo belle idee”, ma attività professionali riconosciute e strutturate, pronte a dialogare con il mercato e con le politiche pubbliche. Una rivoluzione silenziosa ma straordinaria che trasforma l’Italia in un laboratorio di creatività finalmente valorizzata come merita.
Dalla fondazione della rivista, nell’aprile del 2018, crediamo ancora che AES rappresenti un nuovo Cabaret Voltaire. Oggi, come allora, viviamo in tempi complicati e conflittuali, ma non ci rassegniamo al ruolo in cui spesso la cultura è relegata: solo tecnico e burocratico. Come dice Hugo Ball, «il nostro Cabaret rappresenta un gesto e ci dice che questo tempo deprimente non è riuscito a guadagnarsi un po’ di rispetto da parte nostra». Questo numero della rivista, il ventesimo, è un’occasione per celebrare tutti gli autori e gli scrittori che vi hanno partecipato nel corso degli anni, circa 200, e per ringraziare chi ha preso parte a questo progetto, credendo fermamente nel potere della cultura nella sua accezione più ampia e profonda, e per riaffermare la nostra convinzione: vogliamo continuare a crederci.
Dunque, il tema di questo numero non è scelto a caso: si collega al cuore della rivista e continua a tracciare un percorso, forse nuovo, su come mettersi al servizio dell’innovazione del settore culturale intendendo rafforzare ancora l’idea che la cultura non sia solo ispirazione, ma anche economia, innovazione e motore di comunità.
