Benedizioni abruzzesi
di Federica Maria D'Amato
Sia benedetta la silenziosa eloquenza dei gesti
tra la resina d’oro e la cicerchiata
dei nostri anulari, atlantide sommersa della prima volta.
Siano benedette le spine, i ginepri, la ginestra selvaggia
delle vette lungo le strade dei nostri vent’anni
che non si lasceranno scalare mai più.
I docili amici di Maja, la domenica,
gli alberi fioriti lungo i corsi d’acqua,
le beatitudini dopo pranzo
del pescatore stanco, nel sole,
tutti i mari traditi dalle loro partenze.
L’amore umido, adriatico, cantando all’orecchio
il lontano messaggio delle isole,
coloro che attingono olio dalla conca del cuore
e la luce di aprile sui fianchi della dormiente
che lieve la fa diventare Bella.
I cuori amanti degli amati,
le guance ardenti dei dimenticati.
Gli angeli che inviano dai trabocchi
le lettere dei trapassati e più in là,
oltre le vele, siano benedetti anche
quelli che imparano a tornare da loro stessi.
Il pastore, quando cade in ginocchio
per tutti piangendo ai piedi dell’Amaro,
nel tempo della fine quando il tempo
è la sola cosa che ci appartiene.
Le stelle dentro alle toppe dei contadini,
le loro anime che fioriscono di piume,
i re bambini, le loro tristezze di bucaneve
e le discese infilate dentro al grido
del ragazzo che per la prima volta cresce
essendo benedetti tutti i cuccioli che senza
saperlo una volta si sono lavati nella neve.
Il signore grande Inverno
davanti ai camini dei vecchi
sia benedetto tra le righe dei faggi,
lì in fondo al bosco quando il lupo
in un letto di foglie si stringe al suo amore
perché benedetto dev’essere dal suo
mantello anche il freddo.
Sia l’acero benedetto, quando prega
settembre di farlo dormire
svegliando la neve in ogni suo fiocco
in ogni suo piccolo muso a forma di stella.
Siano infine benedette
senza fine le lune,
le presentose delle donne
i tratturi, i ricordi e le montagne
quando resteranno
finalmente
sole.
Senza di noi.
Federica Maria D’Amato (1984) si occupa di letteratura e lavora nel campo dell’arte e del giornalismo. Ha pubblicato le raccolte di poesia La dolorosa (Opera, 2008), Poesie a Comitò (Noubs, 2011), Avere trent’anni (Ianieri 2013) e A imitazione dell’acqua (Nottetempo, 2017); l’edizione italiana di Il libro dell’amico e dell’amato di Ramon Llull e l’edizione italiana di Dove diavolo sei stato? di Tom Carver (Ianieri, 2012); il libro-dialogo con Davide Rondoni, I termini dell’amore (CartaCanta, 2016), il saggio epistolare Lettere al Padre (Ianieri, 2016) e il libro di pensieri e aforismi Un anno e a capo (Galaad Edizioni). Poesie e racconti sono presenti in diverse antologie, in Italia e all’Estero; collabora con riviste specializzate in letteratura e critica letteraria e con le pagine culturali dei principali quotidiani.