Artists Commit e Galleries Commit: lavoratori dell'arte uniti per il clima
di Laura Lupton e Andrew Kachel
Artists Commit e Galleries Commit sono due collettivi guidati da artisti e lavoratori dell’arte impegnati per un futuro attento al clima, resiliente ed equo.
Entrambi i gruppi cercano di identificare gli ostacoli all’azione per il clima, quindi, costruiscono dei percorsi che aggirano questi blocchi per fornire ai lavoratori e agli artisti degli strumenti per creare un settore dell’arte più attento al clima. Ci basiamo sulla collaborazione e la costruzione di comunità e rispondiamo ai bisogni diretti delle nostre reti di artisti e lavoratori dell’arte per creare strade efficaci e attuabili a generare un impatto.
Nel 2021, Artists Commit ha condotto rapporti pilota sull’impatto climatico.
Questi report basati sulle mostre forniscono agli artisti una cornice per avviare il dialogo con i musei, le gallerie, i curatori e altri partner dei progetti a cui lavorano, al fine di comprendere meglio l’impatto climatico delle mostre. Dodici rapporti sono stati prodotti nell’ultimo anno, per progetti tra cui la Turbine Hall Commission di Anicka Yi alla Tate Modern di Londra, la mostra di Gustav Metzger di Hauser & Wirth nel Somerset, la retrospettiva di Pipilotti Rist al MOCA di Los Angeles, la residenza di Deville Cohen al PS122 di New York e la mostra personale di Allison Janae Hamilton alla Marianne Boesky Gallery di New York. Nel 2023 forniremo consulenti per il clima per assistenza a progetti interessati a compilare il proprio rapporto sull’impatto climatico.
Galleries Commit fornisce un database di risorse per l’azione per il clima, organizza riunioni mensili e supporta l’azione per il clima per gli oltre 150 galleristi che lavorano in più di 60 gallerie di New York. Galleries Commit ha collaborato con Art to Acres per conservare quasi 200.000 acri di terra ecologicamente vitale e vulnerabile in Perù attraverso donazioni collettive di oltre 50 gallerie, istituzioni e artisti. Continuiamo questa collaborazione questo autunno con un nuovo sito da conservare che sarà presto annunciato.
Quando è stata fondata la vostra organizzazione?
Galleries Commit è stata avviata nei mesi precedenti alla pandemia da Covid-19 da un piccolo gruppo di galleristi che si sono riuniti per una preoccupazione condivisa riguardo alla crisi climatica. Abbiamo acquisito un certo slancio durante i primi mesi di lockdown, poiché abbiamo visto in quel momento un’opportunità per chiedere alle gallerie di fermarsi e riflettere su come la loro adattabilità e
resilienza possono tradursi in azioni per il clima. Artists Commit, la nostra organizzazione gemella, è nata da un’alleanza organica con gli artisti nella prima fase della nostra azione di sensibilizzazione e dal desiderio che gli artisti catalizzassero l’azione all’interno delle gallerie e delle altre istituzioni con cui collaborano per le 28 loro mostre. I due canali dell’organizzazione ci permettono di condividere risorse e strategie e di amplificare le azioni e le capacità organizzative sia dei lavoratori che degli artisti.
Come avete visto crescere i vostri soci nel tempo?
Sia Galleries Commit che Artists Commit sono iniziative che partono dalla società civile, guidate da lavoratori e artisti. L’aumento delle iscrizioni è avvenuto principalmente attraverso il passaparola e gli sforzi dei nostri team per coinvolgere direttamente le comunità di galleristi e artisti. Vi concentrate sulla produzione di mostre o la vostra azione si estende anche ad altre componenti della produzione artistica? Entrambi! Cerchiamo opportunità per cambiare le pratiche in tutte le aree della produzione, esposizione e circolazione dell’arte. In quanto iniziativa guidata dai lavoratori, uno degli aspetti chiave dell’azione per il clima che sottolineiamo è quello di sostenere i lavoratori e agire collettivamente per costruire movimenti all’interno della comunità. Se una galleria sovraccarica le risorse del proprio team, ha un impatto diretto e dannoso sulla crisi climatica: coltiva una cultura di estrazione anziché di custodia, non permette ai suoi lavoratori di contribuire con soluzioni climatiche creative nella loro attività quotidiana e, se i lavoratori sono esausti alla fine della loro giornata lavorativa, la nostra comunità rimane senza partecipanti attivi nei progetti di mutuo soccorso locale, giustizia climatica o sostegno della comunità. Anche la costruzione di comunità e l’azione collettiva sono state al centro delle nostre iniziative: la crisi climatica è una minaccia esistenziale che tutti noi dobbiamo affrontare e per rispondere ad essa è necessario costruire e rafforzare i legami personali all’interno e dei nostri spazi e comunità allargate in modo che, quando colpiscono i momenti di crisi, possiamo lavorare insieme per rispondere.
Quali sono gli elementi della produzione di una mostra che producono il maggior impatto ambientale?
Dipende dalla mostra. I report sull’impatto climatico raccolti sul nostro sito Artists 29 Commit sono stati prodotti da artisti e istituzioni in risposta a mostre specifiche e descrivono nel dettaglio un’ampia gamma di impatti e azioni che si possono intraprendere per affrontarli. In generale, i viaggi, le spedizioni e il consumo di energia degli edifici sono le aree a più alto impatto di emissioni di carbonio, soprattutto, se si considera il pubblico che viaggia per visitare una mostra. I rifiuti provengono solitamente dalle spedizioni e dalle costruzione di allestimenti espositivi con pareti monouso, moquette, soffitti o elementi espositivi come zoccoli. Rallentare il programma espositivo e fornire ai team il tempo adeguato per la pianificazione e la ripartizione sono alcuni dei modi più efficaci per migliorare l’impatto climatico complessivo di un progetto, creando al contempo migliori condizioni di lavoro.
Può fare qualche esempio di come siete riusciti a ridurre l’impatto ambientale delle mostre?
L’obiettivo dell’iniziativa Climate Impact Report è la trasparenza sull’impatto climatico, non necessariamente la riduzione o l’eliminazione dell’impatto climatico.
Tuttavia, il processo di redazione di un rapporto spesso porta a un processo decisionale più responsabile del clima: Deville Cohen ha acquistato materiale di seconda mano per la sua residenza al PS122 attraverso piattaforme come Barder.art. Anicka Yi ha optato per elementi espositivi progettati per essere facilmente scomposti e conservati in moduli imballati in modo efficiente dopo la sua commissione alla Tate Modern. La galleria Marianne Boesky ha contribuito ad un fondo per il clima per la conservazione permanente del territorio in risposta all’impatto di carbonio della mostra di Allison Janae Hamilton. Jenny Kendler si è assicurata di pagare agli assistenti artisti uno stipendio trasparente per la sua mostra al Goldfinch a Chicago. L’approccio dei report mira a stimolare l’individualità e la creatività dell’azione per il clima che emerge dal processo di autoriflessione.
Quanti artisti fanno parte dell’organizzazione?
Sono oltre 300 gli artisti che hanno aderito al nostro impegno e sono elencati sul sito. Gli artisti organizzatori sono una decina.
E le gallerie e i musei?
Ci sono oltre 150 lavoratori di oltre 60 gallerie di New York.
Avete incontrato resistenza da parte di gallerie o istituzioni ad applicare le tue linee guida?
Forniamo strumenti e strategie per supportare i lavoratori e gli artisti nel superare i blocchi che emergono quando vogliono impegnarsi nell’azione per il clima.
Tutto ciò che facciamo con Galleries Commit e Artists Commit è stato creato in risposta a un blocco diretto che i lavoratori o gli artisti stanno sperimentando, e quindi abbiamo creato un percorso attorno a quel blocco per supportarli. Non imponiamo linee guida, offriamo semplicemente strumenti per aiutare coloro che vogliono intraprendere azioni per il clima a farlo con supporto, comunità e strumenti efficaci.
Collaborate con altre organizzazioni, come la Gallery Climate Coalition?
Galleries Commit e Artists Commit sono membri di Partners for Arts Climate Targets (PACT), una coalizione internazionale di organizzazioni all’interno delle arti visive impegnate in sforzi collaborativi per accelerare l’ampia adozione da parte del settore dell’azione collettiva per il clima. PACT definisce standard nuovi e ambiziosi per un settore delle arti visive più sostenibile dal punto di vista climatico, inquadrando ciascuna iniziativa dei partner attraverso i seguenti quattro pilastri:
- riduzione continua delle emissioni di gas serra;
- transizione verso un settore a rifiuti zero;
- condivisione di visioni e conoscenze per l’azione per il clima;
- ambientalismo intersezionale.
Le attuali organizzazioni associate sono Art/Switch, Art to Zero, Art into Acres,
Art + Climate Action, Artists Commit, Galleries Commit, Gallery Climate Coalition
e Ki Culture.
Laura Lupton, gallerista e consulente sull’arte e il clima con sede a New York. Negli ultimi dieci anni ha lavorato direttamente con alcuni dei principali studi di artisti, gallerie, istituzioni senza scopo di lucro e musei di arte contemporanea per produrre ambiziosi progetti creativi. Con un focus sull’azione per il clima collaborativa e incentrata sui lavoratori, è co-fondatrice di numerose iniziative all’intersezione tra arte e clima: Galleries Commit, Artists Commit, Barder.art e Visual Arts PACT.
Andrew Kachel, professionista dell’arte con sede a New York e Director & Felix Gonzalez-Torres Liaison presso Andrea Rosen Gallery. In qualità di principale organizzatore di Galleries Commit (dal 2020), fa parte di un gruppo di galleristi di New York che si organizza verso modelli di gallerie più resilienti e attente al clima. Ha conseguito un Master presso il Center for Curatorial Studies del Bard College. I recenti progetti curatoriali collaborativi includono L&D MOTEL (2019) e A new job to unwork at (2018) di Constantina Zavitsanos, entrambi presentati a PARTICIPANT INC.