Oggi cancelliamo dai muri tutto ciò che ci è sgradito, come ha fatto una sindaca che avrebbe rimosso tutti i murales di TVBoy che la rappresentavano, eccezion fatta per quello in cui è raffigurata con il vestito di Wonder Woman. Un decoro selettivo, verrebbe da dire, dove le ragioni che soggiacciono alle regole sul vandalismo si colorano di connotati censori.
Esistono le Soprintendenze, come gli amministratori locali sanno bene. Sindaci che raramente si chiamano Argan e che, verosimilmente, non hanno gli strumenti culturali per giudicare il pregio e il valore artistico di un’opera. Non sarebbe il caso di ragionare – prima di arrecare danni irreparabili al patrimonio culturale – su un intervento legislativo che imponga ai sindaci di consultare tali enti prima di procedere alla rimozione, distruzione o modificazione delle opere di arte urbana?
Sorgente: Street Art, cancellazioni e amministrazioni locali | Artribune
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