C’è qualcosa che accomuna il lavoro di Leonardo con la nostra professione.
Adattare la forma alle necessità, vedere una prospettiva dove altri nascondono un problema, la collaborazione e il rapporto con gli altri.
Nelle sue sculture, però, c’è più fuoco.
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Fino al 15 giugno saranno esposte una serie di sculture realizzate in fusione di bronzo patinato con incastonato il vetro soffiato.
Dalla terra al cielo. Così breve e così lungo è il percorso che le sculture di Leonardo Nava ci propongono.
Radici in bronzo tenacemente aggrappate a dei blocchi di pietra bianca e legno crescono e diventano alberi sui cui rami sono andate a posarsi, prima di ripartire per il loro viaggio, nuvole in vetro di colore intenso. I rami le hanno accolte nelle loro mani.
Ma non di sole nuvole è fatto il suo lavoro: ci sono corpi di bronzo che sembrano usciti dagli scavi di Pompei, mani che diventano radici e radici che diventano mani, strutture arboree in legno carbonizzato, sinuose come serpenti e alberi che appaiono come persone perché persone sono.
Con la mimesi del camaleonte, Leonardo Nava si è fatto pietra, si è fatto albero, si è fatto nuvola.
Il rapporto fra uomo e natura è il tema conduttore di tutto il suo percorso.
(Jean Blanchaert)
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