Le major discografiche tornano all’attacco di YouTube. E molto si deve al fatto che sostengono di aver incassato un piatto più ricco da Spotify – che non offre i videoclip dei loro brani – che dal colosso controllato da Google. La piattaforma di Daniel Ek ha infatti distribuito dall’ottobre 2008 tre miliardi di dollari in royalties contro i due legati al meccanismo Content ID, il sistema perfezionato fra 2007 e 2008 che confronta il file caricato dai detentori del copyright con altre copie pubblicate da altri utenti lasciando al titolare la scelta sull’azione da compiere sulla copia “pirata” o comunque non autorizzata: bloccarla, disattivare l’audio, tracciare le statistiche o monetizzarla. Neanche a dirlo, le case discografiche, da Universal in giù, scelgono quasi sempre quest’ultima opzione.
Sorgente: Major discografiche e YouTube, chi ha ragione? – Wired
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