L’Unesco dovrebbe dare un premio speciale al nostro Paese in quanto benemerito per il fatto di aiutare i vari musei esteri a sostenere le spese delle loro ristrutturazioni con generosi contributi da parte delle nostre istituzioni, pubbliche.
Prendiamo il caso di Parigi, che quando ha chiuso il Musée Picasso si è affrettato a inviare a Milano, a Palazzo Reale, un’antologia di opere dalla propria collezione, quella stessa serie di capolavori che ogni bravo nostro concittadino in visita sulla Senna non manca di visitare religiosamente.
Ora ci pensa il d’Orsay, anch’esso in via di riordino, che sta spedendo la merce pregiata degli impressionisti sia alla GAM di Torino che al Vittoriano di Roma, e così via, i casi sono innumerevoli, costituiscono quasi una costante.
E beninteso non c’è il reciproco, dato che nel contemporaneo non abbiamo molto da prestare, e l’antico, per fortuna, è protetto da solide tutele, o tutt’al più si consente l’uscita di qualche singolo capolavoro in via eccezionale.
Sorgente: Italia: paese di affittuari. Secondo Barilli | Artribune
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