In un articolo su lavoce.info Paolo Liberati e Antonio Scialà sostengono che l’attuale progressività dell’Irpef non sarebbe più giustificata. La ragione è costituita dalla grande quantità di redditi evasi o erosi, cioè redditi che, lecitamente o meno, sono sottratti alla progressività dell’Irpef e che la ridurrebbero sostanzialmente a un’imposta di specie sui redditi da lavoro dipendente e pensione.
Pur essendo considerazioni condivisibili, è possibile, aggiungendone qualcun’altra, pervenire a una conclusione molto diversa, e cioè che è auspicabile e possibile mantenere, razionalizzandolo, il ruolo redistributivo dell’imposta personale progressiva.
viaPer un’Irpef più equa | Di Nicola e Paladini.
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