Le multinazionali lo snobbano, le quotazioni sono rimaste sulla carta. Per questo il food italiano, a dispetto dell’interesse sempre maggiore che riscuote nel mondo, rischia di rimanere quello che è sempre stato: piccolo, poco internazionalizzato, sfruttato nell’immagine da operatori stranieri che costruiscono imperi della produzione e della ristorazione con un’offerta che di italiano ha solo il nome.
È da qua che bisogna partire per capire la novità degli ultimi anni nel settore agroalimentare: l’ingresso sempre più massiccio di fondi di investimento e le acquisizioni numerose di imprese italiane da parte di operatori industriali di dimensioni medio-grandi, europee ma anche statunitensi, cinesi e coreane.
viaLa finanza ora si mangia il cibo italiano | Linkiesta.it.
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