Oltre un quarto delle piattaforme offre i propri servizi in maniera gratuita, non prendendo quindi una percentuale sulla cifra raccolta né imponendo un costo di pubblicazione del progetto. Le restanti piattaforme chiedono una fee che in media è pari al 7% del raccolto, a partire da un minimo di 2.5% fino a toccare picchi di 10-15%, a seconda del tipo di contratto che il creatore del progetto sceglie di sottoscrivere.
Facendo un rapido calcolo, se le piattaforme sopravvivono grazie a questi utili, a meno che la piattaforma non riesca a “macinare “con successo centinaia di campagne all’anno, il guadagno è davvero ridotto.
viaCresce il crowdfunding. Ma cosa accade nel backstage delle piattaforme italiane? | Artribune.
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