Nonostante l’assenza di politiche economiche espansive, l’accresciuta fiducia nella stabilità finanziaria lascia comunque prevedere per i prossimi cinque anni un miglioramento dell’andamento del PIL (+1,5% circa) rispetto al quinquennio buio post-crisi Lehman Brothers (-0,2% annuo) – non sufficiente tuttavia a sostenere l’occupazione. L’Eurozona rappresenta il punto critico dell’evoluzione dello scenario globale, e maggiormente dipendente dalle scelte dei policymakers. Un’azione decisa che utilizzasse tutti gli strumenti a disposizione (politica monetaria, di bilancio, industriale e di riforme strutturali) consentirebbe entro pochi anni di migliorare il tasso di crescita dell’output potenziale. Purtroppo la governance molto farraginosa dell’area e il miscuglio di culture e interessi diversi non fanno ben sperare.
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