Le fotografie ci fanno vedere cose mai viste, ce le fanno vedere diversamente, ci fanno vedere ciò che gli altri di solito non notano o in un modo che abitualmente non immaginano, ma soprattutto ci fanno vedere nel senso di un invito a guardare, a disporsi allo sguardo, a lasciare che lo sguardo guardi per noi, che colga ciò che l’immagine ha di peculiare, di intraducibile, di incolmabile e di come venga a far parte della nostra mente, della nostra memoria, come del mondo che viviamo.
Non occorre viaggiare molto per poter dire di aver visto e conosciuto ma, piuttosto, cambiare prospettiva, pensare come non si è mai pensato, riconoscere le occasioni, saper camminare. Disporsi allo sguardo.
Gilles Deleuze, ad esempio, fotografava il mondo a parole e lo faceva a colori da angoli impensabili. Sosteneva di non credere alla cultura (lui che era di certo uno dei più colti di Francia).
‘Gli intellettuali sono solo persone che parlano, parlano di tutto. La cultura in fondo consiste nel chiacchierare. E gli intellettuali non smettono mai di parlare. Si spostano da un luogo all’altro senza smettere di farlo. Senza aggiungere nulla. Hanno un’opinione su tutto. E non li invidio per niente’ diceva, più o meno, pensando a Umberto Eco.
Non occorre viaggiare, quindi, ma restare in agguato. Essere pronti a incontrare e chiudere gli occhi. Per vedere le cose dopo l’orizzonte e i pensieri e le idee. Per riconoscere il tempo futuro annusando l’aria di adesso senza lasciarsi ingannare. Respirando dal naso come gente che corre mentre, invece, siamo solo ballerini intermittenti, accidenti che capitano, fortune in costruzione che vivono di speranze precise e tempo precario. Farlo in attesa di essere, almeno un po’, abbaglianti, di lasciare un segno consapevoli del fatto che tutto, prima o poi, non sarà altro che una vecchia fotografia. Ma che questo non può impedire e alle idee di avere la loro primavera e di durare più a lungo se sappiamo immaginare l’inverno. Non può impedire a una impresa di poter navigare quando il comandante riesce a immaginare il sole dopo il mare grosso.
Vedere. Uno sguardo infinito | Doppiozero.
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